La crescente ricomparsa degli Ungulati nel nostro territorio con conseguente accrescimento del patrimonio faunistico, ha creato nuove e complesse problematiche.
La presenza consistente di ungulati nelle colline e montagne, in ambienti più o meno antropizzati, e le loro eventuali interazioni con le attività umane hanno portato gli enti a ciò delegati a preferire una gestione di tipo attivo, con fasi di programmazione, organizzazione, interventi concreti, cioè capace anche di cercare di prevedere e prevenire i problemi più “gravi”.
La raccolta sistematica di informazioni, insieme ad una maggiore conoscenza di base, ampliamento delle aree censite, archiviazione e studio dei dati, sono tutti elementi fondamentali per questo tipo di “gestione” da parte dell’uomo.
Molto importante se non fondamentale è la preparazione del personale coinvolto, a tutti i livelli, attraverso conferenze, corsi d’aggiornamento e di specializzazione.
Operando nell’ambito delle norme vigenti, l’esito buono o positivo passa anche attraverso il radicamento nel territorio degli operatori creando distretti per ungulati, fissando le squadre di cinghiali a territori delimitati, legando responsabilmente i selecacciatori alla propria zona di censimento e prelievo.
Il radicamento sul territorio dei cacciatori specializzati, con conseguente maggiore responsabilizzazione e sorveglianza, sarà di aiuto e scoraggerà comportamenti illeciti e veri e propri atti di vandalismo o bracconaggio, raggiungendo un migliore equilibrio tra l’azione dell’uomo (non sempre ottimale) e le esigenze dell’ambiente.
Tramite lo studio e la ricerca è possibile avere risposte chiare e approfondite ai problemi gestionali attuali e futuri, a supporto della predisposizione di eventuali nuove normative del settore.
Per esempio attraverso gli studi di biometria è possibile ricostruire l’accrescimento corporeo e valutare gli adattamenti all’ambiente e le condizioni fisiche di molte popolazioni di ungulati, elementi utili anche per comprendere la “salute” dell’intero ecosistema.
Le nostre montagne e le colline, grazie al particolare clima relativamente mite e alla buona varietà ambientale con prati e boschi di varia natura che si alternano, forniscono condizioni favorevoli allo sviluppo numerico e qualitativo di tutti gli ungulati (cinghiali, caprioli, daini, cervi e mufloni).
Per censire il capriolo e il daino si fa riferimento soprattutto al censimento tradizionale da vari punti prestabiliti “vantaggiosi” con relativa “mappatura”. I dati così ottenuti abbisognano poi di studi complessi ed elaborazioni discusse in seguito a vari livelli da studiosi specializzati ed istituzioni pubbliche quali l’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, già I.N.F.S. – Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica), al fine di ottenere il quadro il più possibile veritiero e corrispondente della situazione esistente.
Ecco alcune immagini di esempio di attività di Censimento, effettuato a Berceto nel mese di marzo 2012.
…è stato utilizzato il metodo della “conta a vista con mappaggio”;
ogni operatore ha assegnata una ben specifica “parcella” di territorio, da monitorare con strumenti ottici (binocolo e/o cannocchiale) da un punto di vantaggio, dal quale deve rilevare le caratteristiche con numero e classe di età dei caprioli osservati.
Ogni osservazione va riportata sulla scheda di avvistamento e sulla mappa fornita.
Le immagini sono state scattate durante il censimento che normalmente si esegue nelle prime ore della giornata (intorno all’alba) e nelle ultime (intorno al tramonto) e nello specifico le immagini sono state scattate nelle ore serali: per questa ragione molte fotografie risultano di scadente qualità, dovuta principalmente alla scarsa luce presente … tuttavia speriamo possano dare comunque l’idea di quanto si stava compiendo.
approfondimenti
testo tratto dal sito www.alpicomaschecac.com/
UNGULATI
Con il termine Ungulati si indica un gruppo di Mammiferi caratterizzati dalle estremità delle dita ricoperte da robuste unghie (zoccoli), nei quali il corpo è particolarmente sviluppato per il movimento e la corsa.
Gli Ungulati presenti in Italia appartengono all’ordine degli Artiodattili; nel sottordine dei Suiformi troviamo la famiglia dei Suidi, rappresentata dal Cinghiale (Sus scrofa), mentre al sottordine dei Ruminanti appartengono le famiglie dei Cervidi (Cervo, Cervus elaphus, Capriolo, Capreolus capreolus e Daino, Dama dama) e dei Bovidi (Camoscio, Rupicapra rupicapra, Stambecco, Capra ibex e Muflone, Ovis musimon).
Dal XVII secolo fino all’inizio della seconda metà del secolo scorso si è assistito ad una progressiva riduzione di tutte le popolazioni di Ungulati. Successivamente il progressivo abbandono delle zone montane e collinari, con conseguente riduzione dello sfruttamento agricolo ed incremento delle aree boscate, nonché l’istituzione di zone protette hanno notevolmente favorito la loro ricrescita.
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