Quella di Sant’Antonio Abate (17 gennaio, giorno della morte del santo) è fra le ricorrenze più celebrate nei vari centri dalla Val Gotra alla Val Baganza; leggenda e storia, sacro e profano si legano e compongono significati che rimangono intimamente radicati nei nostri paesi.
(guarda i post La festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) in Val Gotra e non solo e
Ecco la leggenda “Il Fuoco degli Uomini”, uno dei tanti racconti tradizionali legati a Sant’Antonio Abate, monaco eremita comunemente conosciuto come protettore degli animali da cortile e taumaturgo, cioè guaritore di malattie (es.“Fuoco di Sant’Antonio” malattia che da lui prende il nome).
(guarda i post Tradizioni)
Testo liberamente tratto dal sito www.cpsantateresa.it alla pagina COME FU CHE SANT’ANTONIO PORTO’ IL FUOCO AGLI UOMINI
Il Fuoco degli Uomini (leggenda)
COME FU CHE SANT’ANTONIO PORTO’ IL FUOCO AGLI UOMINI
Una volta, al mondo, non c’era il fuoco.
Gli uomini avevano freddo ed andarono da Sant’Antonio, che stava nel deserto, a pregarlo che facesse qualcosa per loro. Sant’Antonio ebbe compassione e siccome il fuoco era all’inferno, decise di andare a prenderlo.
Col suo porchetto e col suo bastone di férula, Sant’ Antonio si presentò, dunque, alla porta dell’inferno e bussò:
– Apritemi! Ho freddo e mi voglio riscaldare.
I diavoli alla porta videro subito che quello non era un peccatore, ma un Santo e dissero:
– No. no! T’abbiamo riconosciuto! Non ti apriamo. Se vuoi lasciamo entrare il porchetto, ma te no.
E così il porchetto entrò.
Cari miei, appena dentro si mise a scorrazzare con una tale furia da mettere lo scompiglio ovunque, tanto che i diavoli, ad un certo punto, non ne poterono proprio più.
Finirono perciò per rivolgersi al Santo, che era rimasto fuori dalla porta.
– Quel tuo porco maledetto ci mette tutto in disordine! Vientelo a riprendere.
Sant’Antonio entrò nell’ inferno, toccò il porchetto col suo bastone e quello se ne stette subito quieto.
– Visto che ci sono, – disse Sant’Antonio, – mi siedo un momento per scaldarmi.
E si sedette su un sacco di sughero, proprio sul passaggio dei diavoli.
Infatti, ogni tanto, davanti a lui passava un diavolo di corsa.
E Sant’Antonio,col suo bastone di fèrula, giù una legnata sulla schiena! Ad un certo punto i diavoli, arrabbiati, esclamarono:
– Questi scherzi non ci piacciono.
Adesso ti bruciamo il bastone.
Infatti lo presero e ne fìccarono la punta tra le fiamme.
Il porco, in quel momento, ricominciò a buttare all’aria tutto: cataste di legna, uncini, torce e tridenti.
E i diavoli avevano un bel da fare a mettere a posto.
Non ci riuscivano e non riuscivano neppure ad acchiappare quel.., diavolo di porchetto.
– Se volete che lo faccia star buono, – disse Sant’Antonio, – dovete ridarmi il mio bastone.
Glielo diedero ed il porchetto stette subito buono.
Ma il bastone era di fèrula ed il legno di fèrula ha il midollo spugnoso.
Se una scintilla entra nel midollo questo continua a bruciare di nascosto, senza che di fuori si veda.
Così i diavoli non s’accorsero che Sant’Antonio aveva il fuoco nel bastone.
Il Santo col suo bastone se ne uscì ed i diavoli tirarono un sospiro di sollievo.
Appena fu fuori, Sant’Antonio alzò il bastone con la punta infuocata e la girò intorno, facendo volare le scintille, come dando la benedizione.
E cantò:
– Fuoco, fuoco, per ogni loco; per tutto il mondo fuoco giocondo!
Da quel momento, con grande contentezza degli uomini, ci fu il fuoco sulla Terra e Sant’Antonio tornò nel suo deserto a pregare.
le immagini inserite di Sant’Antonio sono tratte dal post
Santo(i) del Giorno: Sant’Antonio, abate – (17 gennaio) – di Giuseppina Gatti
altre leggende sul sito …guarda i post
“La leggenda dei Licheni Rossi” – Foppiano di Bedonia (PR) – Luoghi, leggende, favole
Abbiamo letto che….
Ancora oggi, si usa in alcune zone d’italia accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti fuochi “falò di S. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e di prosperità, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla primavera.
Preghiera di Sant’Antonio Abate (17 gennaio)
O trionfatore glorioso del demonio,
indarno armato in multiformi maniere contro di Voi,
Sant’Antonio abate, proseguite la vittoriosa opera
vostra sull’inferno, congiurato ai nostri danni.
Da quei colpi funesti salvate le anime nostre,
fortificandole nelle spirituali battaglie;
ai nostri corpi impetrate costante la sanità;
dilungate dagli armenti e dai campi ogni maligno influsso;
e la vita presente, vostra mercè tranquilla per noi,
ci sia saggio e apparecchio alla pace perfetta
della vita eterna.
AMEN