Le immagini e questo piccolo testo speriamo sia utile a far appezzare e rispettare la biodiversità del nostro territorio.
Ecco le immagini di un esemplare di Natrix natrix, la cosidetta biscia dal collare o natrice (nuotatrice) dal collare, serpente presente in tutta Europa dalle abitudini acquatiche, ripreso in Val Gotra, e precisamente a Tombeto di Albareto (Parma), nei pressi della sede stradale (probabile causa della morte, “investimento” da parte di veicoli motorizzati), il 23-04-2013.
L’esemplare fotografato presenta una colorazione prevalentemente grigio-verdastra, con macchiettatura nera, e al limite tra il collo e il capo spiccano due macchie bianco-giallastre, costituenti una sorta di collare.
La biscia dal collare (Natrix natrix), in dialetto locale viene comunemente chiamata ;“bissa (büssa) d’aqua” o “bissa ruspéra” in quanto spesso si nutre di rane e rospi.
Il dialetto assieme ad altri beni legati alla storia e alla cultura locale, crediamo sia un “bene culturale”, da scoprire, difendere e recuperare.
Proverbio: “Diu ne guardi féin dae büssa” che potrebbe essere tradotto in “Signore ci preservi persino dalle innocue bisce”.
Un linguaggio che trasmette e diffonde fatti, impressioni e conoscenze relativi agli ambiti della cultura locale, e che spesso ci fa riflettere sul suo valore sociale e storico.
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Note Generali
La biscia dal collare (Natrix natrix) è un rettile di colore molto variabile: il dorso può essere grigio, bruno o verdastro, con strisce o macchiettature scure allineate lungo il corpo, il ventre tende generalmente al bianco, la testa è ricoperta da grosse squame ed è ben distinta e arrotondata oltre ad avere una sorta di “collare” disegnato da due macchie caratteristiche gialle e nere dietro il capo da cui deriva il nome, appunto, di ‘biscia dal collare’ (le strisce possono essere poco pronunciate o addirittura mancare, in particolare negli individui melanici) e gli occhi presentano grandi pupille rotonde.
Nel caso di questo esemplare, ripreso il 23-04-2013 nella Val Gotra nei pressi di Albareto (Parma), lo si è potuto amirare in un ambiente palustre nelle vicinanze di un ruscello, con rocce e cespugli, ai margini di un bosco.
La biscia dal collare può raggiungere la lunghezza di 150 cm, anche se nella maggior parte dei casi arriva ai 120 cm circa, le femmine sono più grandi dei maschi.
La biscia dal collare (Natrix natrix) è un serpente non velenoso (è completamente sprovvisto di veleno), ma se disturbato secerne dalle ghiandole anali un fluido maleodorante ed inoltre, per difendersi dai predatori, si immobilizza fingendosi morta, con la pancia verso l’alto.
Frequenta ambienti ombreggiati e ricchi di vegetazione, spesso presso le raccolte d’acqua dolce di ogni tipo (laghi, fiumi, stagni, paludi, nelle golene e nelle cave di argilla o di ghiaia), è infatti un’abile nuotatrice e si sposta in acqua con un rapido e sinuoso movimento, mantenendo la testa lievemente sollevata dalla superficie, inoltre in caso di pericolo è in grado di rimanere a lungo immersa in prossimità del fondo.
La biscia dal collare ha molti predatori naturali (rapaci, aironi, gatti, volpi, faine ecc.), e per questo motivo è molto timido e si allontana al minimo segnale di pericolo
E’ attivo specie verso il tardo pomeriggio, mentre durante le ore diurne più calde preferisce nascondersi o riscaldarsi al sole.
La biscia dal collare (Natrix natrix) è tra i serpenti più comuni delle nostre regioni e riveste un ruolo importantissimo nel controllo biologico di insetti, vermi e roditori, infatti si nutre principalmente di anfibi, rospi, rane e tritoni (anche allo stadio larvale) e occasionalmente preda anche piccoli mammiferi (specialmente roditori), pesci e uccelli, che ingerisce vivi, stordendoli con una sostanza utilizzata per favorire la digestione e che nel caso dei serpenti del genere Natrix ha anche proprietà tossiche.
Come tutti i rettili non sopporta le basse temperature, quindi va in letargo da ottobre a marzo.
Dopo il risveglio dal letargo invernale, ad aprile o maggio, inizia la stagione degli amori.
Sono specie ovipare e, dopo l’accoppiamento, la femmina depone le uova di norma nei mesi di giugno e luglio. Le covate possono avere dalle 8 alle 40 uova (in casi estremi può arrivare fino a 50), che per schiudersi richiedono una temperatura di almeno 21 gradi. Normalmente la femmina in luglio sceglie, per la deposizione delle uova, buche con vegetazione in decomposizione (mucchi di letame o altri posti simili, umidi e ricchi di sostanze marcescenti che producono calore).
Appena nate, verso la fine di agosto (i piccoli nascono dopo 2 mesi e mezzo), le bisce misurano già circa 18-20 centimetri, subito indipendenti dalla madre, ed hanno una dieta identica a quella degli adulti.
Uno dei fattori di minaccia per questi rettili è la scomparsa o la drastica diminuzione dei suoi habitat “tipici” (luoghi umidi), e in particolare di quelli legati al suo regime alimentare, a causa dei rilevanti interventi da parte dell’uomo (bonifica, edificazioni, eutrofizzazione dei corsi d’acqua, utilizzo di pesticidi), e un’altra grave causa di mortalità sono i frequenti investimenti da parte di veicoli motorizzati che come in questo caso, vista la vicinanza del ritrovamento della biscia dal collare (Natrix natrix) alla sede stradale, è stata la probabile causa della morte.
Le foto che seguono ritraggono un esemplare di biscia dal collare (Natrix natrix) ripreso in Val Gotra, e precisamente a Tombeto di Albareto (Parma), nei pressi della sede stradale (ciò fa pensare, come probabile causa della morte, all’investimento da parte di veicoli motorizzati), e sono state scattate il 23-04-2013 da Alessandra Bassoni. (Immagini di Alessandra Bassoni – testo di Alessandra Bassoni e Pietro Zanzucchi)
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