Ecco alcune immagini scattate da Matteo Minoli il 22-01-2013 durante un’escursione nei pressi di Montegroppo, Albareto (Parma), e precisamente sul Monte Gottero (m.1640).
Le suggestive immagini ritraggono alcuni panorami “fiabeschi” e la cima del Monte Gottero innevata;
…un ambiente che conserva ancora intatto il fascino che ebbe per gli antichi pellegrini
sul crinale si possono scorgere tracce evidenti del passaggio di un’animale, probabilmente il lupo;
Breve descrizione con il “meteo” della passeggiata;
le condizioni del tempo di martedì 22-01-2013 non erano proprio delle migliori: il cielo era coperto, con presenza di nebbia e temperature rigide;
ore 08:00 circa, partenza Passo della Cappelletta (m. 1085): attorno vi era ovunque il gelicidio (“vetroghiaccio”) con rami e piante spaccate;
ore 10.10 circa, nei pressi della vetta il cielo si apre con un inaspettato spiraglio di sereno;
ore 10:20 arrivo sul crinale del Monte Gottero (m.1640), con una fortunata finestra di bel tempo su un terrazzo naturale: un vero “paradiso”;
dopo aver tolto le pelli agli sci, e scattato qualche foto, ritorno al Passo della Cappelletta (m. 1085), dove c’è ancora nebbia e cielo coperto.
Ringraziamo Matteo Minoli per avere condiviso con tutti noi le foto della giornata, scattate con il cellulare.
Ci ha così regalato le preziose immagini di paesaggi incantevoli ed incontaminati, che meritano solo di essere piacevolmente vissuti …
approfondimento:
Descrizione del percorso
La cima del Monte Gottero (m. 1640) la si può raggiungere dopo una camminata di circa 2 ore, partendo dal Passo della Cappelletta (m. 1085), tramite il sentiero CAI dell’Alta Via dei Monti Liguri, che dal passo sale sul crinale fino al Monte Bertola (luogo in cui si trova il monumento alla memoria di un pilota militare italiano tragicamente precipitato in quel punto nel 1966, durante un’esercitazione, ai comandi di un aereo F 104) per poi ridiscendere fino alla pineta. Da qui il sentiero passa attraverso Passo del Lupo (m.1505), e prosegue per un lungo tratto in una bellissima foresta di faggi ben conservata e di notevole bellezza paesaggistica, in un ambiente naturale vario ed affascinante.
Con un continuo “saliscendi” si raggiunge la “prateria” situata proprio sotto la vetta della montagna.
Chi ha già fatto questo percorso, sicuramente non può aver dimenticato l’emozione ed il profondo turbamento nell’avvicinarsi alla prateria, intravedendo i primi scorci panoramici tra i rami del bosco e, quasi all’improvviso, veder poi comparire in pochi attimi (ancora una volta la Natura ci sorprende, con magnifici paesaggi e meravigliose sensazioni) una vista ampia e stupenda…
Galleria immagini del Monte Gottero innevato di Matteo Minoli (22-01-2013)
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Monte Gottero : escursione alla Croce di ferro restaurata – 16-06-2012 Montegroppo Albareto Parma
Il paesaggio innevato del Monte Gottero – 02-12-2012 immagini – Montegroppo Albareto Parma
approfondimenti sull’argomento “tracce animali” dal post
Specchio di Solignano – Camminata sulla neve…impronte ed altre tracce di animali selvatici
La neve oltre a regalarci paesaggi fiabeschi ed incantati, ci offre una buona occasione per imparare a riconoscere le tracce ed i segni degli animali che frequentano i boschi e le nostre montagne.
Subito dopo una nevicata il manto bianco si ricopre di orme e segnali, che possono essere riconosciuti con un minimo di esperienza.
Nel silenzio ovattato dalla neve, anche gli animali più schivi, affamati e in cerca di cibo diventano quasi “meno sospettosi” e, anche se è difficile avvistarli, il fondo innevato manifesta involontariamente la loro presenza.
Le tracce più evidenti e nitide si riescono a scoprire su un manto nevoso compatto ma non troppo alto e umido, non deve aver subito forti processi di scioglimento o essere troppo farinoso o essere completamente ghiacciato.
La dimensione e la forma delle orme possono subire modificazioni per effetto del calore del sole che con lo scioglimento della neve ne allarga le forme; le impronte dilatate e deformate possono così trarre in inganno un frettoloso ricercatore, confondendo magari la traccia lasciata da un capriolo con quella di un daino o di un cervo, oppure quella della lepre o volpe con quella di un lupo.
Anche la valutazione del luogo di ritrovamento dei segni (bosco, prato, ecc ) è importante per la valutazione delle tracce e ci fa capire le abitudini dell’animale, i suoi segreti e le sue esigenze.
Nel groviglio di segni sul terreno abitualmente si possono scorgere le orme della Volpe, molto simili all’impronta di un cane o di un lupacchiotto, ma con un disegno più stretto ed allungato nel
percorso di marcia inconfondibile; quelle del Cinghiale a forma trapezoidale, con due speroni spesso marcati situati posteriormente ai due zoccoli, le tracce della Lepre formano una specie di “T” dove i due segni affiancati sono impressi dalle lunghe zampe posteriori, mentre quelli collocati in successione uno dietro l’altro, appartengono alle zampe anteriori, più corte.
Il passaggio dei lupi lo si può intuire osservando attentamente la pista rettilinea lasciata dal branco, oppure molto più facilmente per mezzo di “fatte” e l’urina attraverso le quali comunicano ai loro simili messaggi precisi, del tipo “questo è il mio territtorio!”.
Il Corpo Forestale, i Parchi e gli Enti ed Associazioni che gestiscono aree protette svolgono appositi Corsi per formare volontari che attraverso l’individuazione delle impronte e dei segni lasciati sulla neve ma anche con l’individuazione di segni di presenza sulle cortecce oltre a peli, carcasse di animali predati e giacigli, aiutano lo studio e il censimento di molti animali presenti nel territorio.
Una tranquilla camminata sulla neve consente osservazioni di grande soddisfazione per gli amanti della natura: seguire le tracce, esaminarne forma e dimensione, interpretarle, dare un nome all’animale che le ha create, capire chi frequenta la zona, le abitudini, i suoi segreti il tutto nella speranza di vederli spuntare tra i rami della boscaglia, dietro una roccia o scorgere la loro sagoma sul crinale del monte.
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