Un compleanno è un evento significativo e memorabile a qualsiasi età, e ovviamente raggiungere la veneranda età dei 90 anni è una ragione più che valida per organizzare una festa a sorpresa!
Ed è per questo che domenica 19 maggio 2019, la famiglia di Ennio Bassoni di Groppo di Albareto (la moglie Amelia, le figlie Luciana, Luisa con Giorgio, Milena con Fabio e i nipoti Martina, Marco con Francesca e il pronipote Diego), hanno voluto festeggiare Ennio, nel migliore dei modi, con una semplice e genuina festa con tanti parenti e amici (guarda 65° Anniversario di Matrimonio di Ennio Bassoni e Amelia Varacchi e festa patronale di San Pietro – Groppo Albareto (PR) – 29/06/2015).
Ennio, un bell’esempio di laboriosità, ma anche di dedizione verso la valle, verso la montagna; un luogo che ama e che non ha mai abbandonato.
Auguri sinceri di felicità!!!
Ennio vive a Groppo con la moglie Amelia, ed è sempre riuscito, con tanto sacrificio e col duro lavoro dei campi e del bosco, a non allontanarsi dalla zona.
Ha anche trasmesso questo amore per il luogo, la natura e la campagna alle figlie, Luisa, Luciana e Milena.
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Galleria immagini: I 90 anni di Ennio Bassoni: Festa grande a Groppo di Albareto (Parma) – 19 maggio 2019
approfondimento ….un po di storia su Groppo di Albareto (Parma)
Immagini dal post Immagini 30-06-2013 : Festa patronale di San Pietro, parrocchia Groppo di Albareto in Val Gotra-Taro testo tratto dal sito Istituto comprensivo Prospero Valeriano ManaraAlla scoperta di Albareto e dei suoi dintorni – Allegato 10
Festa di San Pietro
Anche a Groppo, paesino vicino a Tombeto, arroccato sui monti detti “Spiaggi e Glorie”, si festeggiano tanti Santi.
Il paese, a causa di tutte queste celebrazioni, fu chiamato festaiolo e ne nacque il detto “Tutti i santi si sono fermati sulle Glorie di Groppo”.Qui si dice che la festa è un bisogno dell’anima e del corpo: per rompere il grigiore e la monotonia della vita quotidiana e per riposare le membra stanche dal lavoro faticoso dei campi.La festa del Santo Patrono San Pietro cade il 29 Giugno.Gli abitanti di Groppo, un tempo più numerosi, insieme a coloro che giungevano dai paesi vicini, riempivano la bellissima ed antica Chiesa.Arrivavano anche gli abitanti delle Seveselle, un piccolo gruppo di case tra Groppo e Montegroppo, risalente al periodo pre-romano.
Ora, purtroppo, non vi abita più nessuno, perchè qualcuno è morto e qualcuno è andato altrove.Si celebravano due funzioni: quella del mattino e il Vespro nel pomeriggio.La processione con il Santo si incamminava lungo la strada, che s’inerpica tra i boschi (Casarein) verso la cappelletta di San Rocco, all’ombra dei secolari castagni.Anni fa, la statua del Santo era fatta di legno di fico, ma col tempo si era deteriorata, perciò è stata sostituita con quella attuale, che è in gesso. Sull’altare, insieme ai fiori di campo, venivano messe le foglie di felce, che si trovavano in abbondanza nei boschi e duravano parecchio tempo (in estate i lavori dei campi tenevano occupati gli abitanti di Groppo dalla mattina alla sera e vi era poco tempo per cambiare i fiori in Chiesa).A mezzogiorno si mangiavano i tortelli di erbette e ricotta, conditi con sugo di funghi; arrosto di pollo o di coniglio, la gallina ripiena, le torte dolci (u pan duzi) e salate: qui non usava la torta di erbe.
Dopo il Vespro, nel tardo pomeriggio, si stava insieme, si ballava e si cantava sul prato.Si gioiva nelle ultime ore della giornata, felici della sagra, condividendo la torta dolce o di patate (qui molto usata) o il vino fatto con l’uva delle vigne di Groppo che, anche se non era proprio dolcissimo, piaceva ugualmente, perché aveva il potere di fare dimenticare i guai della vita dei contadini, fatta di duro lavoro.Ogni famiglia aveva invitati dei paesi vicini e ogni famiglia aveva un soprannome:
Bertulla della Torre Caruzzé della Torre Magré della Villa (nella cui casa pranzavano i preti) Fuletti della Torre Feruppu di Larola Vanon della Villa Megon di Larola Zuvanne della Villa Tusi delle Seveselle Giuvannella della Torre Catuccia delle Seveselle Basson della Torre Franchen delle Seveselle Sabein della Villa Mucci della Torre Lochi della Torre Liberta delle Seveselle
Queste feste piacevano anche perché permettevano alla gente di conoscersi, di rinsaldare le amicizie, potevano far nascere furtivi intrecci amorosi, che spesso arrivavano al matrimonio e ad una nuova famiglia. Si giocava a bocce davanti alla casa della “Filomena”.
Quando scendevano le tenebre si ritornava a casa e su per le “Scarette” (ripida stradina che porta alle Seveselle, passando dalla cappelletta di San Rocco e nel bosco detto Prea) si sentivano i canti dei “Tusi” (abitanti delle Seveselle) che facevano ritorno.
Ancora adesso nella notte di San Pietro, gli abitanti di Groppo stanno con il volto “all’ insù e le orecchie tese“, perché sembra loro di sentire quei canti, che si dissolvono tra lo stormire delle fronde e lo scorrere dei ruscelli .
Tra le tante cose liete, però, sono giunti a noi i ricordi delle robuste legnate, che si scambiavano quelli della Val Gotra con gli Zeraschi e degli scontri fra i borghigiani e quelli della campagna.
Groppo, festa di San Pietro 1952
Opera prodotta dalla SCUOLAMEDIA DI ALBARETO dell’Istituto Comprensivo“Prospero Valeriano Manara” di Borgo Val Di Taro – 01/06/2003
approfondimento