Una camminata nelle neve in una splendida giornata di sole invernale sull’Appennino, lungo un sentiero nei pressi di Specchio di Solignano:
un bel paesino sul crinale che separa la Val Pessola dalla Val Ceno.
La neve oltre a regalarci paesaggi fiabeschi ed incantati, ci offre una buona occasione per imparare a riconoscere le tracce ed i segni degli animali che frequentano i boschi e le nostre montagne.
Subito dopo una nevicata il manto bianco si ricopre di orme e segnali, che possono essere riconosciuti con un minimo di esperienza.
Nel silenzio ovattato dalla neve, anche gli animali più schivi, affamati e in cerca di cibo diventano quasi “meno sospettosi” e, anche se è difficile avvistarli, il fondo innevato manifesta involontariamente la loro presenza.
Le tracce più evidenti e nitide si riescono a scoprire su un manto nevoso compatto ma non troppo alto e umido, non deve aver subito forti processi di scioglimento o essere troppo farinoso o essere completamente ghiacciato.
La dimensione e la forma delle orme possono subire modificazioni per effetto del calore del sole che con lo scioglimento della neve ne allarga le forme; le impronte dilatate e deformate possono così trarre in inganno un frettoloso ricercatore, confondendo magari la traccia lasciata da un capriolo con quella di un daino o di un cervo, oppure quella della lepre o volpe con quella di un lupo.
Anche la valutazione del luogo di ritrovamento dei segni (bosco, prato, ecc ) è importante per la valutazione delle tracce e ci fa capire le abitudini dell’animale, i suoi segreti e le sue esigenze.
Nel groviglio di segni sul terreno abitualmente si possono scorgere le orme della Volpe, molto simili all’impronta di un cane o di un lupacchiotto, ma con un disegno più stretto ed allungato nel
percorso di marcia inconfondibile; quelle del Cinghiale a forma trapezoidale, con due speroni spesso marcati situati posteriormente ai due zoccoli, le tracce della Lepre formano una specie di “T” dove i due segni affiancati sono impressi dalle lunghe zampe posteriori, mentre quelli collocati in successione uno dietro l’altro, appartengono alle zampe anteriori, più corte.
Il passaggio dei lupi lo si può intuire osservando attentamente la pista rettilinea lasciata dal branco, oppure molto più facilmente per mezzo di “fatte” e l’urina attraverso le quali comunicano ai loro simili messaggi precisi, del tipo “questo è il mio territtorio!”.
Il Corpo Forestale, i Parchi e gli Enti ed Associazioni che gestiscono aree protette svolgono appositi Corsi per formare volontari che attraverso l’individuazione delle impronte e dei segni lasciati sulla neve ma anche con l’individuazione di segni di presenza sulle cortecce oltre a peli, carcasse di animali predati e giacigli, aiutano lo studio e il censimento di molti animali presenti nel territorio.
Una tranquilla camminata sulla neve consente osservazioni di grande soddisfazione per gli amanti della natura: seguire le tracce, esaminarne forma e dimensione, interpretarle, dare un nome all’animale che le ha create, capire chi frequenta la zona, le abitudini, i suoi segreti il tutto nella speranza di vederli spuntare tra i rami della boscaglia, dietro una roccia o scorgere la loro sagoma sul crinale del monte.
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