Ecco alcune immagini di Prataioli (Agaricus campestris) nascosti nell’erba, foto del 7 novembre 2017.
Il Prataiolo (Agaricus campestris), cresce dalla primavera all’autunno nei prati o ai margini delle strade, in terreni calcarei e sabbiosi.
Nel prato l’aria era umida e profumata e la natura calma ci circondava in un abbraccio naturale.
Prataiolo è il nome comune di un fungo scientificamente chiamato Agaricus campestris.
Entrambi i nomi, quello comune e quello scientifico, derivano dalla caratteristica del fungo di svilupparsi nei prati, nei campi, nei terreni da pascolo e lontano dagli alberi.
Lo si può trovare facilmente dall’estate autunno, dove cresce i gruppi chiamati “cerchi delle streghe”.
Il prataiolo presenta un cappello più o meno grande (anche di venti centimetri di diametro) con margini legati al gambo, prima regolari e di colore chiaro nelle specie giovani, poi più disordinati e di colore scuro nelle specie adulte.
Il cercatore di funghi ama la natura, appena può fugge dalla routine giornaliera per rifugiarsi nei boschi, luoghi unici e capaci di ridare energia sia il corpo che allo spirito.
Anche se la raccolta è stata povera o assente, la bellezza dei luoghi e la fortuna di ammirarli con i loro colori, rumori, profumi, produrrà sensazioni ed emozioni uniche e ricordi indelebili.
(guarda i post Emozioni, bosco)
testo tratti dal post I nostri “Primi” funghi – Val Taro 3 agosto 2014 – “Emozioni nel bosco”
Ogni Regione o Provincia autonoma possiede il proprio regolamento, per esempio in Emilia Romagna ogni persona può raccogliere fino a 3 kg di funghi al giorno di cui non più di 1 kg di Ovuli buoni (Amanita caesarea) e 1 kg di Prugnoli (Calocybe gambosa).
Il cosiddetto tesserino, è rilasciato solitamente presso le Comunità montane, i Consorzi di gestione, le Province, presso i Comuni e gli esercizi pubblici convenzionati.
E’ vietata invece la raccolta di Amanita caesarea allo stato di ovulo chiuso, di esemplari di porcini (Boletus edulis, B. pinicola, B. aereus, B. reticulatus) con un cappello di diametro inferiore a 3 cm e di Prugnolo (Calocybe gambosa) e Galletto (Cantharellus cibarius) con cappello di diametro inferiore a 2 cm.
Pur riconoscendo i positivi effetti economici dell’attività dei cercatori (l’importo dei permessi non è che una aliquota di quanto lasciato in zona dal “micoturismo”), vanno previste e fatte rispettare regole di tutela ambientale con limitazioni per la raccolta sia nelle quantità, che nelle giornate e nelle modalità.
E’ normalmente vietato:
– usare nella raccolta rastrelli, uncini ed altri attrezzi simili per smuovere il sottobosco (il danneggiamento dell’humus del terreno, compromette irrimediabilmente lo strato di micelio che produce i nostri funghi)
– usare per il trasporto buste di plastica.(i funghi raccolti vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi aerati tipo cesti, in modo da evitare compressione e fermentazione che, tra l’altro ne alterano le caratteristiche e non li rendono irriconoscibili ai controlli)
– danneggiare intenzionalmente funghi di qualsiasi specie, anche i funghi velenosi o quelli che non si conoscono svolgono indispensabili funzioni per il mantenimento dell’equilibrio biologico del bosco
E’ consigliabile
– non tagliarli alla base, mantenendoli riconoscibili
– evitare di consumare dei funghi che non siano stati identificati con certezza: nel dubbio meglio non rischiare mai.
– non raccogliere funghi troppo vecchi o ammuffiti
– non inoltrarsi in zone sconosciute, avvisare del proprio percorso amici o parenti, considerare le condizioni del tempo, non farsi sorprendere dal buio (principi base di precauzione, che sono poi gli stessi che vanno tenuti in considerazione quando si compie un’escursione in montagna o per i boschi)
Galleria immagini: Funghi nel prato: Prataiolo (Agaricus campestris) – Tombeto di Albareto (Parma) – Val Gotra – 7 novembre 2017