In occasione del Natale 2012, Angelo Pavesi di Montegroppo di Albareto (Parma), ha realizzato (come da molti anni), un Presepio molto originale e caratteristico che contiene le nostre memorie rurali.
Il Presepio allestito in un stanzino nei pressi della Chiesa della frazione è stato meta nei giorni festivi del Natale 2012 di numerosi amici e conoscenti, che hanno potuto apprezzare e ammirare il grande lavoro artistico che, con “licenza stilistica e poetica”, mette in risalto attraverso la riproduzione di molti aspetti della vita contadina della zona, la nostra identità rurale.

Infatti il Presepe di Angelo Pavesi si presenta in maniera molto diversa rispetto a come siamo abituati a conoscerlo oggi e a come si è scelto di rappresentarlo.
La particolarità e spettacolarità di questo Presepe, sta nell’allestimento povero e semplice (un paesaggio soave, con prati verdi, montagne e boschi) che documenta, attraverso appunto questo ambiente, i personaggi e gli edifici, il mondo contadino della montagna, le nostre radici e la tradizione agricola e rurale della Val Gotra, che poi è anche quella del popolo di tutto l’Appennino che per secoli ha vissuto in territori come quello rappresentato nel bellissimo Presepio: ambienti adibiti al pascolo e alla coltivazione agroforestale.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=tQ_M1h2_nXE[/youtube]

Attraverso una scenografia semplice, con sullo sfondo una roccia bagnata, Angelo Pavesi ha realizzato, con fantasia e gusto, un’opera semplice che oltre a comunicare sentimenti di speranza, insegna e fa rivivere una civiltà contadina ormai perduta.
In pratica una rievocazione storico-rurale, delle nostre meravigliose campagne.
Ecco una carrellata di immagini, con l’aggiunta di didascalia;
la “stalletta” della natività |
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con la mangiatoia (in dialetto “creppia”), |
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con accanto la stalla con i buoi (in dialetto “a stalla cun i béé”), |
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il fienile o cascina per il fieno (in dialetto “a casinna”), |
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il mulino ad acqua (in dialetto “u murin”), |
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il testo o forno a legna – campana in ghisa (in dialetto “u testu”), |
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la paletta (in dialetto “u troveru“) per spostare le braci sotto al testo-campana, |
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i pascoli con il bue, |
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e la fontana (in dialetto “a funtànna”) abbeveratoio. |
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Nei pressi del mulino (in dialetto “u murin”) ad acqua |
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con la finestra e l’inferriata (in dialetto “a fenestra cun a ferà”), |
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troviamo il bagno esterno (in dialetto “u cagadu”), |
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e l’allestimento di un’antica aia (in dialetto “l’èra”), |
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la tavola imbandita con alcuni oggetti utili per la cucina del contadino di allora; |
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il mortaio per frantumare il sale (in dialetto “a pilla daa sà”), |
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la fascella il contenitore bucherellato dove la cagliata è messa a sgrondare e viene a volte pressata per fare il formaggio (in dialetto “a fasella”), |
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il colino (in dialetto “u curadu”) utilizzato da filtrare il latte attraverso inserimento all’interno di un’erba secca spontanea (in dialetto “u curumme”), |
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la pentola (in dialetto “u brunzu”), |
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la stufa in ghisa a due bocche di carico (in dialetto “a stua da duu busi”), |
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fontana con a fianco paletti per i fagioli rampicanti (in dialetto “e brocche pi i fasèè”) |
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e il vallo che serviva per separare le castagne secche dai resti della buccia (in dialetto “u vallu”). |
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Sono poi visibili vari attrezzi del “duro” lavoro agricolo anche questi erano preziosi oggetti per il contadino di allora:il seghetto con corda tenditore (in dialetto “seghettu cun u turzun”), |
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la falce (in dialetto “a curiatta”) |
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il cavalletto per tagliare la legna (in dialetto “cavalettu da faa a lègna”), |
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l’ascia (in dialetto”a segu”), |
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l’accetta (in dialetto “sugheretto”), |
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la mazza (in dialetto “a mazètta”), |
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la mazzetta (in dialetto “a mazza”), |
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la sega a due impugnature che deve essere usata da due persone (in dialetto “resegun”), |
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cunei spaccalegna (in dialetto “e taglieere da spacá a légna”), |
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il cavalletto per tagliare la legna (in dialetto “u cavalettu da faa a lègna”), |
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il palanchino (in dialetto “u paa a feru”), |
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i chiodi per spaccare i sassi (in dialetto “i pinchiotti”), |
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la mola affilatrice di attrezzi da taglio (in dialetto “a moraa”), |
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banchetto utilizzato per fare i manici o pioli da scala (in dialetto “piri”), |
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falce (in dialetto “a curiatta”), |
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attrezzo di corda utilizzato per il trasporto del fieno (in dialetto “a reida“), |
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la slitta per trasportare la legna e il fieno (in dialetto “a leeza”), |
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il grosso cesto che si appoggiava al capo per il trasporto delle foglie (in dialetto “cavagna per cuglii u ruscu”), |
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la forca (in dialetto “u furcau”), |
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il rastrello (in dialetto “u rastellu”), |
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e la cassapanca (in dialetto “bancàà”). |
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I personaggi,
che rappresentano il vissuto consueto dei montanari, incisi nel legno con grande cura nei minimi particolari |
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(addirittura sono scolpiti anche i costumi popolari rurali), |
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animano la scena di quotidianità contadina e sono rappresentati intenti a: |
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i giovani uomini “battono” un sacco pieno di castagne secche per facilitare il distacco dal frutto secco della buccia (in dialetto “pistà e castagne cun u saccu”), |
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dalla macinazione si ricava la farina di castagne, prodotto che aveva un posto di primo piano nell’economia e nella dieta locale; |
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il vecchio si riposa seduto su un tronchetto (in dialetto “u vecciu cu sà reposa in su zuchettu”), |
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con a fianco il rastrello per accumulare i ricci delle castagne (in dialetto “cun u rastellu da muciaa e rizze”); |
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la signora porta il pane ( in dialetto “a levà”) |
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appoggiato sul tagliere (in dialetto “a livèra”), |
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per la cottura nel forno “portatile” a legna in ghisa (“testo”) ; |
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il giovane uomo si avvia nel bosco per tagliare la legna |
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con l’accetta (in dialetto “sugheretto”); |
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la donna porta la spesa o gli alimenti |
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dentro il fazzoletto da merenda (in dialetto “u drapellu da gruppu”); |
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Il Presepe di Angelo Pavesi lo si può definire un quadro tridimensionale, una fotografia dell’operare storico dell’uomo montanaro, della campagna dell’Appennino di molto tempo fa, un ritorno alle nostre origini, richiamate dagli antichi mestieri, dagli attrezzi e dai particolari degli ambienti.
Gallerie immagini gentilmente concesse da Nicolas Stella dal titolo – “se fosse Nato a Montegroppo” di Angelo Pavesi e di Isabella Squeri dal titolo – Presepe di Angelo Pavesi – Natale 2012
Galleria immagini di Alessandra Bassoni – Le nostre memorie rurali nel Presepe di Angelo Pavesi – Natale 2012 – Montegroppo di Albareto (Parma).
Nella frazione di Montegroppo Albareto (Parma) e precisamente nella Chiesa di Sant’Anna per il Natale 2012 è stato allestito dai parrocchiani un bellissimo Presepe, e la Chiesa è stata addobbata con passione per festeggiare il uno dei momenti più lieti del Cattolicesimo:la nascita di Gesù;
Ecco alcune immagini gentilmente concesse da Enrica Scarpenti del Natale 2012 nella parrocchia di Sant’Anna in Montegroppo di Albareto Parma; (immagini di Enrica Scarpenti)
Video correlati
Il presepe “Se Fosse nato a Montegroppo”
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=KH6Go-0-zMI[/youtube]
da youtube
Il bellissimo presepe costruito da Angelo Pavesi rappresenta la vita quotidiana degli abitanti di Montegroppo paese dell’appennino parmense. Le statue di legno intagliate dall’artista svolgono le attività dei contadini
RTA News 31-12-12 2° parte™
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=oa26_DymxYI[/youtube]