La Parrocchia San Pietro Apostolo in Groppo di Albareto (Parma) in Val Gotra, ha festeggiato domenica 16 dicembre Santa Lucia (13 dicembre).
Le campane suonando a festa hanno avvisato dell’importante ricorrenza per il paese.
La Santa Messa è stata officiata dal parroco Don Renato Corbelletta, in un’atmosfera genuina e nostrana, che ci fa riflettere sulla religiosità popolare che tanto ha contraddistinto la formazione e l’identità della comunità di montagna, e che ci fa ritornare alle origini, valorizzando le nostre radici.
Nella parrocchia di Groppo oltre a S.Lucia sono ricordati e venerati con particolare devozione:San Biagio, S. Agata, S. Appollonia, S. Fermo, la B.V. del Carmelo e il titolare San Pietro, per questa ragione il paese ebbe la fama di festaiolo ed il detto popolare commentò bonariamente:
”Tutti i Santi si sono fermati sulle Glorie di Groppo”
tratto dal libro GROPPO IN VAL TARO Cultura, storia e tradizione di un popolo in cammino di Domenico Ponzini
Santa Lucia in Val Gotra
Come ogni anno nella notte magica che precede il giorno del 13 dicembre è arrivata, per i bambini della Val Gotra, Santa Lucia che, come per tante altre città del nord Italia, fa concorrenza a Babbo Natale nel portare doni.
La leggenda vuole infatti che Santa Lucia percorra le strade sul suo asinello, portando regali ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Naturalmente, come per Babbo Natale, i bambini possono scrivere qualche giorno prima una lettera con le indicazioni dei regali desiderati.
La lunga attesa, con la preparazione del fieno e acqua per l’asinello, e biscotti per la Santa, e l’immaginazione della visita accrescono la magia di questa festa, che termina con la sveglia dei bambini all’alba per scoprire se sotto l’albero o nelle scarpe (un tempo i regali erano solo costituiti da frutta e da dolcetti), si trova un bel pacchetto con il regalo oppure del carbone.
dal sito http://www.valtaro.it/burgu/pagina.php?id=5&rubrica=storia&fotox=fotostoria
S’NTIS DAL BURGU Giornale telematico mensile a cura di Giacomo Bernardi
Mensile speciale allegato alla rivista telematica valtaronetwork.com n. 11 del 14/01/2002
Chi ha ancora voglia (e passione) o opportunità di guardare il tramonto, si sarà accorto che le giornate, sia pur di poco, si sono allungate.
D’altra parte la tradizione popolare assicura che:A Natal’
Al pasu d’un galu
A Pasqu’tta
un’ur’tta.Che suona così:
Per Natale le giornate(nel senso di ore di luce) si allungano di un passo breve, come quello del gallo.
Per Pasqu’tta (Epifania) si allungano di circa un’ora.
Come è noto la giornata più corta è quella del 22 dicembre, anche se il proverbio dice:Santa Lüsia
la not’ pü longa ch’ gh’ sia.Ma forse era la più lunga per noi bambini d’un tempo, in attesa di vedere cosa avremmo trovato il mattino seguente nello scarpone esposto al davanzale della finestra.Bei tempi!
Oggi Santa Lucia non passa più, o quasi. C’è Babbo Natale. Lui è più prodigo, più spendaccione.
Come si potrebbe mai chiedere ad una vecchia il telefonino, il computer, il gioco elettronico, il robot….
Cosa volete che sappia una che viaggia ancora sull’asinello.
E allora ecco Babbo Natale, lui viaggia in Mercedes. Non è dei nostri, viene dal nord. Fa niente. L’importante che sia ricco.
Illustrare attraverso alcune immagini e un piccolo testo, l’antica tradizione della ricorrenza e dei festeggiamenti di Santa Lucia, nella Parrocchia San Pietro Apostolo a Groppo di Albareto e nell’intera Valle,
crediamo possa contribuirne a mantiene in vita una cultura del passato, e delle nostre radici, che sono patrimonio e vanto delle nostre comunità rurali e montane.
Immagini Groppo Albareto (Parma) statua di Santa Lucia (immagini di Alessandra Bassoni testi di Alessandra Bassoni e Pietro Zanzucchi)
Santa Lucia viene considerata la patrona dei ciechi e di tutti quelli che soffrono di problemi di vista, ecco perchè.
testo tratto dal sito www.santiebeati.it/ alla pagina Santa Lucia Vergine e martire 13 dicembre
Siracusa, III secolo – Siracusa, 13 dicembre 304
La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando.
….Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate. (Avvenire)
Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le ca
Etimologia: Lucia = luminosa, splendente, dal latino
Emblema: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo
Martirologio Romano: Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.
un po di storia
testo ed alcune immagini tratte dal sito Istituto comprensivo Prospero Valeriano ManaraAlla scoperta di Albareto e dei suoi dintorni – Allegato 10
Festa di San Pietro
Anche a Groppo, paesino vicino a Tombeto, arroccato sui monti detti “Spiaggi e Glorie”, si festeggiano tanti Santi.Il paese, a causa di tutte queste celebrazioni, fu chiamato festaiolo e ne nacque il detto “ Tutti i santi si sono fermati sulle Glorie di Groppo” .
Qui si dice che la festa è un bisogno dell’anima e del corpo: per rompere il grigiore e la monotonia della vita quotidiana e per riposare le membra stanche dal lavoro faticoso dei campi.
La festa del Santo Patrono San Pietro cade il 29 Giugno.
Gli abitanti di Groppo, un tempo più numerosi, insieme a coloro che giungevano dai paesi vicini, riempivano la bellissima ed antica Chiesa. Arrivavano anche gli abitanti delle Seveselle, un piccolo gruppo di case tra Groppo e Montegroppo, risalente al periodo pre-romano. Ora, purtroppo, non vi abita più nessuno, perchè qualcuno è morto e qualcuno è andato altrove.
Si celebravano due funzioni: quella del mattino e il Vespro nel pomeriggio. La processione con il Santo si incamminava lungo la strada, che s’inerpica tra i boschi (Casarein) verso la cappelletta di San Rocco, all’ombra dei secolari castagni.
Anni fa, la statua del Santo era fatta di legno di fico, ma col tempo si era deteriorata, perciò è stata sostituita con quella attuale, che è in gesso.
Sull’altare, insieme ai fiori di campo, venivano messe le foglie di felce, che si trovavano in abbondanza nei boschi e duravano parecchio tempo (in estate i lavori dei campi tenevano occupati gli abitanti di Groppo dalla mattina alla sera e vi era poco tempo per cambiare i fiori in Chiesa).
A mezzogiorno si mangiavano i tortelli di erbette e ricotta, conditi con sugo di funghi; arrosto di pollo o di coniglio, la gallina ripiena, le torte dolci (u pan duzi) e salate: qui non usava la torta di erbe.
Dopo il Vespro, nel tardo pomeriggio, si stava insieme, si ballava e si cantava sul prato. Si gioiva nelle ultime ore della giornata, felici della sagra, condividendo la torta dolce o di patate (qui molto usata ) o il vino fatto con l’uva delle vigne di Groppo che, anche se non era proprio dolcissimo, piaceva ugualmente, perché aveva il potere di fare dimenticare i guai della vita dei contadini, fatta di duro lavoro.
Ogni famiglia aveva invitati dei paesi vicini e ogni famiglia aveva un soprannome:Queste feste piacevano anche perché permettevano alla gente di conoscersi, di rinsaldare le amicizie, potevano far nascere furtivi intrecci amorosi, che spesso arrivavano al matrimonio e ad una nuova famiglia. Si giocava a bocce davanti alla casa della “Filomena”.
Bertulla della Torre Caruzzé della Torre Magré della Villa (nella cui casa pranzavano i preti) Fuletti della Torre Feruppu di Larola Vanon della Villa Megon di Larola Zuvanne della Villa Tusi delle Seveselle Giuvannella della Torre Catuccia delle Seveselle Basson della Torre Franchen delle Seveselle Sabein della Villa Mucci della Torre Lochi della Torre Liberta delle Seveselle Quando scendevano le tenebre si ritornava a casa e su per le “Scarette” (ripida stradina che porta alle Seveselle, passando dalla cappelletta di San Rocco e nel bosco detto Prea ) si sentivano i canti dei “Tusi” ( abitanti delle Seveselle) che facevano ritorno.
Ancora adesso nella notte di San Pietro, gli abitanti di Groppo stanno con il volto “ all’ insù e le orecchie tese “, perché sembra loro di sentire quei canti, che si dissolvono tra lo stormire delle fronde e lo scorrere dei ruscelli .
Tra le tante cose liete, però, sono giunti a noi i ricordi delle robuste legnate, che si scambiavano quelli della Val Gotra con gli Zeraschi e degli scontri fra i borghigiani e quelli della campagna.
Groppo, festa di San Pietro 1952
Opera prodotta dalla SCUOLAMEDIA DI ALBARETO dell’Istituto Comprensivo“Prospero Valeriano Manara” di Borgo Val Di Taro – 01/06/2003
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Annotare su un blog e usare la tecnologia per trasmettere queste informazioni: “ricorrenze” e i “riti” pensiamo sia importante per cercare di recuperare il nostro passato, la cultura, le tradizioni, e gli usi locali che ancora oggi nel mondo rurale sono tramandati da padre in figlio.
Alegrafia e Pizanz