Durante i festeggiamenti del Carnevale 2016, mercoledì 10 febbraio 2016 a Borgo Val di Taro (Parma), presso il Quartiere San Rocco, un numerosissimo pubblico, ha potuto assistere a uno dei riti carnevaleschi più affascinanti che ha come componente primario il fuoco, e cioè il tradizionale “Falò e fuochi” con il rogo della “vecchia”.
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La catasta di legna e frasche, sterpi e vecchi arbusti, preparata nell’alveo del Tarodine nei pressi del “Baracchino” (guarda Borgotaro (Parma): Inaugurazione del «B@racchino», punto di ritrovo per i “sanrocchini” (e non solo) – Quartiere San Rocco – 1° maggio 2014) di San Rocco a Borgotaro (PR), con la “vecchia” fissata proprio sulla sommità, un fantoccio di stracci che nell’immaginario rappresenta un’entità diabolica, al pari delle streghe, quale simbolo dell’oscurità invernale (demone delle tenebre, del freddo gelido e della terra impoverita), che al calar del sole viene distrutta bruciando insieme alla “vecchia” in un falò con fumo e fiamme che evocano purificazione, luce e rinascita.
Fuochi Falò
Ecco alcuni cinghiali, inaspettati ospiti la serata dedicata ai fuochi.
Le feste popolari sono un importante elemento della cultura umana, costituiscono infatti importanti momenti di incontro, oltre che di allegria e divertimento collettivo.
Nelle feste popolari si rivivono i momenti più significativi della storia di un popolo sia sotto il profilo cosiddetto “laico” che dal lato civile e religioso, inoltre molte di queste cerimonie custodiscono antichi valori umani e sicuramente sono elementi culturali significativi del nostro passato più o meno remoto.
La festa tradizionale del Carnevale è, tra queste, una delle ricorrenze più antiche, diffusa in quasi tutte le parti del mondo, e pur avendo una radice comune ed autenticamente popolare è celebrata con rituali anche molto diversi.
Pare che l’usanza di fare i fuochi e il falò, derivi da riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana: per esempio i Celti erano abituati ad accendere dei fuochi in cui venivano bruciati dei fantocci, che rappresentavano il passato, per ingraziarsi la divinità, in questo modo rinnovandosi e purificandosi.
Da queste ritualità è scaturita l’usanza, giunta fino ai nostri giorni, di accendere sulle alture e nelle piazze numerosi falò realizzati con grandi cataste di legna e frasche, con spesso al centro un pupazzo confezionato con vecchi abiti pieni di paglia.
Galleria immagini: Fuochi e Falò di Carnevale 2016 dei Sanrocchini – Quartiere San Rocco – Borgotaro (Parma) – 10 febbraio 2016