Di seguito il testo di Giacomo Bernardi (appassionato della storia e delle tradizioni di Borgo Valdi Taro, Parma), riguardante il tragico avvenimento del Passo del Santa Donna (l’Eccidio del Santa Donna), che vide cadere 7 giovani partigiani: Castagnoli Giovanni, Catinella Vittorio, Ferrari Gaspare, Ferrari Guido, Quotisti Gino, Tedaldi Armando, Terroni Domenico.
Santa Donna 2016 (71 anni dopo)
Non per il freddo, che pure c’era, ma per la nebbia, la giornata d’oggi, su al Passo Santa Donna, ricordava quel lontano 6 gennaio del 1945. Soltanto a 10-15 metri di distanza, le sagome delle persone apparivano, quasi surreali. Forse come quel lontano giorno, quando queste ombre apparvero ai nostri giovani. Ma dietro quelle ombre stavano persone armate pronte a far fuoco verso chiunque apparisse loro. E fu così che sette giovani vite restarono a morire tra la neve del Santa Donna.
Guarda i post 6 gennaio 1945 (Eccidio del Santa Donna): “Quelli del Santa Donna: Armando” di Giacomo Bernardi – Borgo Val di Taro (PR)
La leggenda del Santa Donna
Il 6 gennaio del ’45, giorno dell’Epifania, tre colonne tedesche, giunte nella notte a Borgotaro, puntano su diversi obiettivi a monte del paese.
Sul Santa Donna, nei pressi di Porcigatone, un distaccamento partigiano si muove con grande difficoltà per portare soccorso ad un reparto situato a Caffaraccia, attaccato dai tedeschi.
Il freddo è intenso, il crinale coperto da una fitta nebbia. La colonna si muove a fatica aprendosi un esile sentiero nella neve, caduta abbondante durante la notte.
All’improvviso dalla nebbia spuntano ombre di morte…sono tedeschi in tuta bianca, su sci. Aprono il fuoco, mentre il gelo blocca le armi dei partigiani.
Sette giovani vengono falciati. Alcuni sono giovanissimi: appena quindicenni.
Sei di loro sono di Borgotaro: conosciutissimi.
Nasceva la leggenda del Santa Donna.
Mi piace ricordarli attraverso i versi di Giuseppe Delnevo (Dragotte).
Sette per la libertà
Oh! quante croci,
o mille croci,
sulle nostre montagne
e i Morti piantati – nella terra –
come salde radici
di trochi
che a Primavera si rivestono
e muovono
le foglie al vento.
Oggi in me sento
lacerante lo sgranare
di mitraglia
che arrossava la neve
in sette rivoli
di giovinezza,
oh Gherri,
o Voi del Santa Donna
ventoso,
in quel mattino di gennaio.
E il piombo e il ferro
venivan di lontano:
croci uncinate, Nibelunghi
scagliati in un’ira di potenza sovra di noi
agitavan catene e teschi.
…Ma, o libertà
mille sono le tue radici
e i tuoi germogli.
E infiniti nel vento
i tuoi semi a fecondare
la tenera zolla
a penetrare nel duro sasso
a sciogliere i ghiacci e le nevi.
…La neve
leggera scendeva
sul Santa Donna;
leggera passava i suoi petali
bianchi – fiori di cielo –
a ricoprire
i Sette per la Libertà.